Situazioni Particolari

Ci hanno insegnato che “prevenire è meglio che curare” ma sappiamo bene la difficoltà della messa in pratica concreta di due principi fondamentali dell’Etica Sociale, quello di prevenzione e precauzione. Passare da una cultura del bisogno, dell’emergenza individuale a quella della prevenzione in ambito sociale e civile è una sfida che deve riguardare tutti, il risultato di una mobilitazione totale.

SITUAZIONI PARTICOLARI

D: Ho conosciuto da poco un partner, con il quale ho avuto solo rapporti oro-genitali non protetti, evitando il contatto con lo sperma. Lui mi ha rivelato solo dopo un po’ che ci frequentavamo che è sieropositivo per HIV. Ha cercato di tranquillizzarmi dicendo che ha la carica virale talmente bassa da non essere quasi rilevabile e che pertanto non c’è alcun rischio di trasmissione. E’ necessario che io faccia un test? Come devo comportarmi riguardo l’uso di precauzioni?

 

R: Il fatto che la carica virale sia bassa o non rilevabile non vuol dire che il virus sia completamente assente nei liquidi biologici; pertanto anche i rapporti oro-genitali non protetti sono potenzialmente a rischio. Da non trascurare la possibilità di trasmettersi reciprocamente altre malattie veneree tramite questa pratica. E’ necessario sottoporsi a un test HIV dopo 45 giorni (test di 4° generazione) dall’ultimo rapporto e,in ogni caso, eseguire controlli annuali anche se tutti i rapporti sono protetti.

D: A una settimana di distanza da un rapporto sessuale occasionale ho notato la comparsa di perdite giallastre dal pene e bruciore ad urinare. Ne ho parlato con un amico che mi ha consigliato di assumere un antibiotico, che per fortuna avevo in casa, perché così ha fatto anche lui in passato per gli stessi sintomi, così ho evitato di rivolgermi al medico di famiglia con il quale non ho confidenza. Dopo un iniziale miglioramento, i disturbi sono ricomparsi anche se in forma più attenuata. Dovrei cambiare antibiotico?

 

R: In questi casi è necessario rivolgersi al medico di famiglia o a un Servizio per le Infezioni Sessualmente Trasmesse per accertare la causa di tali disturbi sottoponendosi all’esame del secreto uretrale, tramite un tampone uretrale. Ciò è importante per evidenziare il germe o i germi responsabili ed intraprendere il trattamento antibiotico più efficace. Infatti una terapia non adeguata può non risolvere l’infezione. Inoltre, il parere di un Medico è indispensabile per stabilire se è opportuno sottoporsi a prelievi del sangue per uno screening sulle IST.

D: Qualche giorno fa ho notato la comparsa di strane escrescenze in sede anale, che in un primo momento ho pensato fossero emorroidi. Mi sono rivolto al medico di famiglia che mi ha riferito che potrebbe trattarsi di condilomi; mi ha chiesto se avevo avuto rapporti sessuali non protetti. In verità ho avuto rapporti sessuali, ma protetti nella penetrazione, con persone incontrate in sauna. Solo i contatti superficiali pene-ano non sono stati protetti. Cosa dovrei fare adesso?

 

R: I condilomi sono una malattia causata dal virus HPV e si manifestano sotto forma di verruche, che possono continuare ad ingrandirsi nel tempo. Dopo il contatto sessuale infettante possono manifestarsi anche a distanza di alcuni mesi (fino a un anno). E’ necessario sottoporsi a visita dermatologica e/o proctologica, quest’ultima per escludere che non siano presenti anche nel canale anale. La terapia prevede l’uso di una crema da applicare sulle verruche, in modo che scompaiano, oppure l’ablazione chirurgica o il laser. Il decorso comporta controlli anche dopo la scomparsa delle lesioni, poiché queste possono ricomparire nei mesi successivi. Pertanto è opportuno astenersi dai rapporti sessuali fino alla completa risoluzione dell’infezione.

D: Da un anno circa soffro ciclicamente, soprattutto nei periodi di stress, di arrossamenti al pene con comparsa di vescicole che si rompono, e che dopo alcuni giorni guariscono da sole, nonostante abbia provato vari rimedi, soprattutto pomate. Non sono mai andato dal medico di famiglia perché non ho un buon rapporto con lui e mi imbarazza parlargli di queste cose. A chi posso rivolgermi per parlare liberamente ed esporre questo problema?

 

R: In questo caso è bene rivolgersi allo specialista dermatologo, oppure ad un Servizio per le Infezioni Sessualmente Trasmesse, dove medici specialisti possono risolvere il problema. Sconsiglio in ogni caso la terapia “fai da te”, perché potrebbe peggiorare la sintomatologia e ritardare una diagnosi corretta.

D: Un amico mi ha riferito di aver contratto la sifilide pur avendo avuto solo rapporti oro-genitali non protetti, con partners occasionali. Vorrei sapere se ciò è possibile, dato che anch’io ho rapporti oro-genitali occasionali, in cui evito il contatto con lo sperma, e non ho mai fatto esami per sifilide.

 

R: La sifilide è una malattia che si trasmette anche per contatto oro-genitale, e non sempre dà dei sintomi. Pertanto, nel tuo caso, è necessario sottoporsi alla sierologia per la sifilide, tramite prelievo di sangue, a distanza di almeno 45 giorni dal contatto oro-genitale occasionale. In caso di positività, la terapia è semplice ed efficace, si ha la guarigione, ma non l’immunità, quindi è possibile reinfettarsi in altre occasioni. Dopo aver completato la terapia, la sierologia resterà positiva a testimonianza del contatto con il batterio della sifilide.

D: Un ex partner mi ha telefonato qualche giorno fa per comunicarmi che è stato ricoverato in ospedale per epatite A acuta e che anch’io dovrei fare gli esami. Mi chiedo perché, dato che abbiamo avuto solo rapporti oro-anali, e poi, l’epatite A non è a trasmissione alimentare?

 

R: L’epatite A è una malattia che abitualmente si contrae mangiando frutti di mare crudi o verdure contaminate perché irrigate da acque infette. Poiché il virus viene eliminato con le feci, nel caso di rapporti oro-anali con una persona affetta da epatite A, anche prima della comparsa dei sintomi, è facile contrarre l’infezione. Puoi eseguire il test per epatite A già dopo 50 giorni dal contatto a rischio ed eventualmente effettuare la vaccinazione, in caso di negatività del test.

D: Frequento da poco un partner che mi ha comunicato di essere portatore sano del virus dell’epatite B e che non ci sono problemi. Finora abbiamo avuto rapporti penetrativi protetti, ma non gli oro-genitali. Ci potrebbe essere un rischio per me, e come mi devo comportare nel futuro?

 

R: Essere portatori sani del virus dell’epatite B significa non avere in corso un’infiammazione del fegato, quindi le transaminasi sono normali. Ciò non esclude la trasmissione del virus tramite i rapporti sessuali, poiché questo è presente nei liquidi biologici (sperma, saliva, urine, feci) del portatore, per cui bisogna usare precauzioni nei contatti sessuali. Esiste però la possibilità di proteggersi dal contagio ricorrendo alla vaccinazione contro il virus B rivolgendosi ai centri vaccinali delle Agenzie di Tutela della Salute o al proprio medico curante.

D: Vorrei sottopormi al test per l’HIV e per altre infezioni sessualmente trasmesse ma temo che se vado dal mio medico di base poi questi si faccia delle “idee strane sul mio conto”. Non so quanto costano i test e vorrei evitare di andare in un laboratorio privato. Dove posso rivolgermi?

 

R: In tutt’Italia sono presenti centri per le Infezioni Sessualmente Trasmesse. In questi servizi pubblici le prestazioni sono offerte in regime di gratuità e con garanzia di riservatezza, non essendo necessarie né l’impegnativa del medico curante né la tessera sanitaria e non venendo richiesto un documento di identificazione. Alcune restrizioni riguardano i minori di diciotto anni: in questo caso è necessario che il ragazzo sia accompagnato da un genitore o da chi esercita la patria potestà. Prima di recarti ad un centro MTS telefona per accertarti che non sia necessario fissare un appuntamento.

D: Mi piace uscire spesso in compagnia, faccio continuamente nuove amicizie e può capitare di avere una relazione occasionale con un partner. Ultimamente mi sono preoccupato un po’ sentendo parlare con sempre maggiore insistenza delle IST. Esistono delle vaccinazioni o delle “buone pratiche” di prevenzione?

 

R: Bisogna conoscere bene la modalità di trasmissione delle infezioni per evitare “comportamenti a rischio” (vedi più sotto), questo si traduce nell’utilizzare il profilattico fin dal principio di tutti i rapporti sessuali con partner occasionali o dei quali non si conosce lo stato di salute, per ridurre il rischio di contagio. È importante ricordare l’esistenza di preservativi appropriati per il sesso anale (extra-strong) nonché l’uso di lubrificanti a base d’acqua, che riducono drasticamente la possibilità di rottura del preservativo: la vaselina, sostanze oleose e la saliva non sono lubrificanti adeguati. Per il sesso orale sono consigliati profilattici aromatizzati. E’ importante effettuare visite mediche periodiche di controllo per le ITS per diagnosticare infezioni asintomatiche. Non affidarti mai al “passa parola” o al solo consiglio di un amico. Meglio il parere di un Medico o puoi rivolgerti ad un centro per le Infezioni Sessualmente Trasmesse, servizio pubblico specializzato e gratuito presente in tutt’Italia. Infine è consigliabile effettuare le vaccinazioni contro l’epatite A e l’epatite B.

 

Ecco un elenco dei principali comportamenti sessuali a rischio:

  • rapporto pene – vagina
  • sesso anale non protetto
  • sesso orale non protetto ad un uomo con e senza eiaculazione in bocca
  • contatto oro-anale non protetto (rimming)
  • contatto manuale-anale non protetto (fingering e fist-fucking)
  • condivisione di oggetti sessuali non protetti.

D: Se mi trovassi nella condizione di dovermi curare per un’infezione trasmessa per via sessuale, sarei tenuto a comunicare questa condizione al datore di lavoro?

 

R: No, la persona malata ha diritto alla tutela della privacy e all’anonimato sul luogo di lavoro. In particolare lo statuto dei lavoratori e la L. 135/90 vieta al datore di lavoro di compiere direttamente controlli atti ad accertare lo stato di salute del lavoratore stesso (nello specifico, il test HIV). Per i problemi inerenti puoi contattare le maggiori organizzazioni sindacali.

D: Recentemente ho fatto il test per l’HIV e altre IST. Vorrei sapere quanto è attendibile il test e se lo devo ripetere, in quanto non ne ho parlato con il mio medico curante.

R: Effettuare il test presso un centro Infezioni Sessualmente Trasmesse ti permette di avere un colloquio con un medico per valutare i reali rischi che hai corso, eseguire il test per HIV e per altre IST e, se necessario e possibile, effettuare visite specialistiche. L’intervallo necessario (periodo finestra) per l’esecuzione del test HIV è di 45 giorni (test di 4° generazione) dal rapporto a rischio. Il test per l’HIV non dà però nessuna informazione sullo stato di salute. Il test non ha valore di prevenzione: qualsiasi sia l’esito, i comportamenti da adottare sono gli stessi (rapporti sessuali sicuri).

D: Da circa un mese soffro di arrossamenti nella zona del pene che mi causano anche un fastidioso prurito. Un mio amico mi ha consigliato di utilizzare un particolare sapone di igiene intima e di aspettare eventuali sviluppi prima di preoccuparmi più del dovuto. La situazione non è migliorata e inizio a pensare che sia qualcosa di più serio. Cosa mi consiglia di fare?

R: La diagnosi precoce è un’efficace strumento di prevenzione delle complicanze e di cura. Ritardare una diagnosi può peggiorare la situazione per sé e per gli altri. Tante infezioni minori sono curabili facilmente se individuate correttamente al loro primo manifestarsi. In ogni caso, è importante rivolgersi ad un medico e non scegliere un’auto-terapia sulla base del consiglio di un amico, di una rivista o un sito web.

Test HIV / IST

Il test per l’HIV è semplice, può essere fatto solo con il consenso dell’interessato, e rispettandone la riservatezza; è generalmente gratuito nei centri pubblici, ma ci sono casi in cui viene richiesto il pagamento di un ticket.

Consiste generalmente in un semplice prelievo di sangue e il risultato è disponibile dopo alcuni giorni. Solo alcuni centri, su richiesta, usano kit per il test rapido sulla saliva che fornisce il risultato dopo circa 20 minuti; un eventuale risultato positivo deve sempre essere confermato dal test sul sangue.

DOVE FARE IL TEST